domenica 27 aprile 2014

Pazza Las Vegas!



Entrati nello stato del Nevada, alziamo il volume della radio ascoltando Viva Las Vegas di Elvis Presley, e dopo un paio di ore di viaggio nel deserto scorgiamo all'orizzonte la skyline della più pazza città d'America, Las Vegas!

Il nostro hotel è il Circus Circus, a nord della Las Vegas Boulevard, sul famoso tratto chiamato la Strip. 
L’hotel è enorme, con più di duemila stanze, tre casinò, negozi, ristoranti, una pista per gli acrobati del circo e il più grande parco di divertimenti al coperto, l’Adventuredome, dentro a una cupola rosa. Sicuramente non è il più bell’albergo di Las Vegas essendo uno dei primi aperto negli anni Sessanta, ma l’impatto è forte. Dopo aver faticosamente trovato l’orientamento andiamo subito alla scoperta dell’Adventuredome dove ci facciamo trascinare in un paio delle sue attrazioni, il Canyon Rider e il Rim Runner, rispettivamente le montagne russe con il doppio giro della morte e la discesa lungo un torrente che precipita in una cascata. Passeggiamo tra i casinò, osserviamo lo spettacolo di un’acrobata, la musica delle slot-machine ci travolge… e non siamo ancora usciti dall’hotel! 
  
Poco più tardi ci prepariamo e usciamo sulla Strip, le prime luci sono già accese. Lucky il clown svetta sul piazzale del Circus Circus, mentre a nord si intravedono il Sahara e la maestosa torre dello Stratosphere. Ci incamminiamo mentre dall’asfalto sale il calore di una giornata bollente.
Ci sono 46° a Las Vegas, 35° di notte. Ma se il caldo è opprimente e l’aria pare quella di un forno acceso, non ci scende nemmeno una goccia di sudore perché l’umidità è intorno all’8%, quindi è molto secco.
Sull’altro lato della strada vediamo il Riviera, un altro albergo datato ma pur sempre pieno di fascino con i suoi casinò e la facciata scintillante. 
   
Giungiamo al Fashion Show Small, posto per lo shopping che assomiglia a un ufo visto dall’alto, oltrepassiamo il moderno Wynn fino ad arrivare nella zona più calda della Strip. Qui sorgono maestosi il Venetian, con tanto di campanile di San Marco, Ponte di Rialto e gondole; il TI (Treasure Island) con galeoni e pirati; il Mirage con il giardino tropicale e un vulcano. Poco dopo ci sono il Caesars Palace in stile romano; il francese Paris con la Tour Eiffel e l’Arco di Trionfo; il Flamingo con il famoso fiore al neon rosa e arancio; il Bellagio con un suo piccolo Lago di Como. La città è un tripudio di luci, il traffico impressionante. Molti hotel sono collegati da ponti che attraversano le strade, in alcuni si può passare addirittura da uno all’altro senza neanche uscire. Andiamo subito al TI per assistere al famoso spettacolo Sirens of TI che si tiene ogni sera. La gente si raduna in fretta finché finalmente si accendono le luci intorno al galeone posto nel piccolo lago di fronte all’hotel. Compaiono intrepide ballerine, danzano, cantano e come le sirene cercano di ipnotizzare con il loro canto alcuni pirati che nel frattempo stanno arrivando a bordo di un altro veliero che si muove veramente nel canale. Dopo uno scambio di battute ecco che i pirati aprono il fuoco contro le sirene che tengono tra le loro grinfie uno dei bucanieri ammaliato dal loro fascino. Questi poi tenta di scappare, i cannoni esplodono i colpi tra vere fiammate e nuvole di fumo. Le sirene rispondono al fuoco e i pirati hanno la peggio, il galeone si incendia e si inabissa. Alcuni si tuffano e a nuoto raggiungono le nemiche che in un tripudio di esplosioni e fuochi d’artificio li accolgono cantando tutti insieme. Questa è Las Vegas!


Dopo un giro intorno alla laguna veneta, dove vediamo una sposa scendere da una limousine per il classico matrimonio a Las Vegas, entriamo nel Venetian: è notte ma all’interno sembra giorno, sui soffitti è dipinto un cielo azzurro, tra i negozi scorrono le gondole nei canali. Arriviamo in una piccola Piazza San Marco. Qui a Las Vegas sono proprio esagerati. C’è un po’ di cattivo gusto nel tentativo maniacale di riprodurre le città europee, l’eccesso in tutto qui è di casa. La notte scorre veloce tra casinò e qualche Margarita. All'alba un nuovo giorno ci aspetta.


Fa caldissimo, ma intrepidi decidiamo di vedere Las Vegas anche di giorno. Raggiungiamo in autobus il primo albergo sulla Strip partendo da sud, così da risalire verso gli hotel visti la sera prima. Il Mandalay Bay’s è gigantesco, con palme e statue enormi all’ingresso. Accanto sorge la piramide del Luxor in stile egizio, dove entriamo per un giro nell’atrio maestoso tra sfingi e obelischi. Proseguiamo fino all’Excalibur, un castello medievale con torri bianche ispirato al mondo di Re Artù, e all’incredibile New York New York, con grattacieli come l’Empire State Building e il Chrysler, la Statua della Libertà, le case di Greenwich e Soho e il Ponte di Brooklyn. Altissime montagne russe si avvitano attorno ai grattacieli e anche all’interno dell’hotel. Entriamo facendo un giro tra i quartieri di Manhattan e pranziamo in un locale messicano con un gustoso piatto di chimichanga.   

Proseguiamo attraversando il tunnel al di sopra della Strip ed entriamo al MGM Grand, hotel verde smeraldo ispirato allo studio televisivo MGM di Hollywood. Subito a sinistra scopriamo un ristorante che sembra una giungla, con serpenti, coccodrilli, elefanti… finti. C’è anche la pioggia che scende a ridosso dei clienti seduti ai tavoli. Ci sono grossi acquari con pesci tropicali e poco più avanti il Lion Habitat, con due leonesse… vere! C’è anche un leone che purtroppo non abbiamo visto, forse era stanco di tutti i curiosi che come noi sbirciavano dai vetri. Ci incamminiamo sotto il sole cocente di Las Vegas passando di fronte al lussuoso Montecarlo e poi davanti allo Showcase Mall, un edificio con una grande sala di videogiochi e un’enorme bottiglia di Coca Cola sulla facciata. Passiamo davanti al Planet Hollywood dove Elvis Presley sposò Priscilla nel 1967, al negozio delle Harley Davidson e all’Hard Rock Cafè.
     
Ripassiamo davanti al Paris e al Flamingo, ci fermiamo di fronte all’Imperial Palace, in stile asiatico con auto lussuose in mostra. Nei pressi del Venetian, accaldati e sfiniti, prendiamo l’autobus per raggiungere lo Stratosphere a nord della Strip, dopo il Sahara, hotel in stile africano. La torre è alta 350 metri, lassù ci sono montagne russe e attrazioni per chi non soffre di vertigini! 

La sera il traffico è intenso, allora dopo aver preso l’autobus scendiamo al Mirage e proseguiamo a piedi. Raggiungiamo il Caesars Palace dove entriamo a passeggiare tra statue e fontane romane sotto un cielo azzurro rigorosamente finto. Attoniti ci imbattiamo in un Cavallo di Troia gigantesco che pare essersi smarrito… a Roma? E che dire delle statue greche che sembrano manichini che lottano tra draghi e palle di fuoco? In grossi acquari razze e pesci tropicali nuotano tra anfore e mezzi busti di statue romane. Anche il Bellagio ci lascia perplessi: il soffitto è decorato con grossi fiori in vetro di Murano, in una sala sorge una specie di giardino con giostre e annaffiatoi giganti, tra luci, colori e giochi d’acqua. Tutto molto lussuoso e di scarsa finezza.

Degno della sua fama è invece lo spettacolo delle fontane che si tiene nel lago del Bellagio, circa ogni quarto d’ora. Dura cinque minuti, i getti d’acqua danzano leggeri a ritmo di musica di fronte ad un’autentica folla. 

Dopo un giro tra i vicoli francesi all’interno del Paris, passiamo per il casinò del moderno Bally’s che è collegato a quello parigino, e usciamo attraverso un tunnel con luci al neon dai diversi colori. Salutiamo la pazza vita di questa città del divertimento eccessivo e del lusso sfrenato. Per concludere alla grande giochiamo alle slot-machine e ci perdiamo tra i tavoli da gioco dei casinò. Assordati dal frastuono, storditi dalle migliaia di luci, inebriati dal profumo della vita sfrenata di Las Vegas, ci corichiamo in piena notte.

All’alba bisogna ripartire, per una nuova avventura americana.

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