venerdì 31 ottobre 2014

Jack O' Lantern, la zucca di Halloween



La zucca di Halloween è il simbolo della tradizionale festa dei paesi anglosassoni, che cade il 31 ottobre. Lavorata, intagliata e privata della polpa interna, la zucca assume la sagoma di un volto più o meno terrificante, rischiarato da una candela inserita all'interno. 
A questa zucca è associato un nome: Jack O' Lantern 

Ne riporto la leggenda:

"L'usanza di Halloween è legata alla famosa leggenda dell'irlandese Jack, un fabbro astuto, avaro e ubriacone, che un giorno al bar incontrò il diavolo. A causa del suo stato d'ebbrezza, la sua anima era quasi nelle mani del diavolo, ma, astutamente, riuscì a far trasformare il diavolo in una moneta promettendogli la sua anima in cambio di un'ultima bevuta. Jack mise il diavolo nel suo borsello, accanto ad una croce d'argento, cosicché egli non potesse ritrasformarsi. Allora il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo lasciò libero. I successivi dieci anni dopo, il diavolo si presentò nuovamente e Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Al fine di impedire che il diavolo discendesse, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack. Durante la propria vita commise tanti peccati che, quando morì, rifiutato dal Paradiso e presentatosi all'Inferno, venne scacciato dal demonio che gli ricordò il patto ed era ben felice di lasciarlo errare come anima tormentata. All'osservazione che era freddo e buio, il demonio gli tirò un tizzone ardente (eterno in quanto proveniente dall'Inferno), che Jack posizionò all'interno di una rapa (dato che quando questa tradizione raggiunse l'America ci fu una carestia invece di usare la rapa usarono la zucca perché più presente e anch'essa legata all'aldilà) che aveva con sé. Cominciò da quel momento a girare senza tregua alla ricerca di un luogo su cui riposarsi. Halloween sarebbe dunque il giorno nel quale Jack va a caccia di un rifugio. Gli abitanti di ogni paese sono tenuti ad appendere una lanterna fuori dalla porta per indicare all'infelice anima che la loro casa non è posto per lui ma non si dette tregua a cercare un posto di riposo eterno."

lunedì 20 ottobre 2014

"La guerra dei mondi" e l'incredibile equivoco radiofonico interpretato da Orson Welles


In questo post desidero riportare la sintesi di uno degli equivoci più famosi della storia, la cronaca di Orson Welles di una finta invasione aliena, lo sceneggiato radiofonico ispirato al romanzo "La guerra dei mondi" di H.G. Wells del 1897, che in realtà ha mandato nel panico milioni di americani durante la trasmissione radiofonica Mercury Theatre On the Air del 30 ottobre 1938:

«Signore e signori, vogliate scusarci per l’interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle 7:40, ora centrale, il professor Farrell dell’Osservatorio di Mount Jennings, Chicago, Illinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute ad intervalli regolari sul pianeta Marte. Le indagini spettroscopiche hanno stabilito che il gas in questione è idrogeno e si sta muovendo verso la Terra ad enorme velocità...»

Dopo questo annuncio iniziale, riprende la musica, che verrà però presto interrotta, varie volte, da altri comunicati, via via più concitati e allarmanti. Per conferire credibilità al misterioso fenomeno, viene inscenata l'intervista ad un astronomo. Lo studio di New York dà quindi lettura di un bollettino speciale secondo cui, alle 20:50 circa, un oggetto fiammeggiante di grandi dimensioni, ritenuto un meteorite, è precipitato in una fattoria nei pressi di Grovers Mill, nel New Jersey:

«Abbiamo subito inviato una speciale unità mobile e il nostro cronista, Carl Phillips, appena giunto sul posto, vi darà una completa descrizione del meteorite di Grovers Mill...»

La narrazione prosegue in forma di testimonianza diretta da parte dell'inviato:

«Il terreno è coperto di frammenti di un albero che l'oggetto ha investito toccando terra. Ciò che posso vedere dell'... oggetto non assomiglia molto a un meteorite, o almeno ai meteoriti che ho visto prima d'ora. Sembra piuttosto un grosso cilindro...»

Diventa quindi evidente che non si tratta di un oggetto naturale, ma di un qualche manufatto. In seguito:

«Un momento! Sta accadendo qualcosa! Signori e signore, è terrificante! L'estremità dell'oggetto comincia a muoversi! La sommità ha cominciato a ruotare come se fosse avvitata! La cosa deve essere vuota all'interno!»

A quel punto si odono delle voci concitate:
"Si muove!" "Guardate, si svita, si svita, dannazione!" "State indietro, là! State indietro! Lo ripeto!" "Può darsi che ci siano degli uomini che vogliono scendere!" "È rovente, sarebbero ridotti in cenere!" "State indietro, laggiù! Tenete indietro quegli idioti!"

E all'improvviso si distingue il rumore di un grosso pezzo di metallo che cade.

Phillips:
« Signore e signori, è la cosa più terribile alla quale abbia mai assistito... Aspettate un momento! Qualcuno sta cercando di affacciarsi alla sommità... Qualcuno... o qualcosa. Nell'oscurità vedo scintillare due dischi luminosi... sono occhi? Potrebbe essere un volto. Potrebbe essere...»

(Urlo di terrore della folla)

La narrazione prosegue con la descrizione delle macchine aliene e del loro terrificante attacco:

« Signore e signori, devo riferirvi qualcosa di molto grave. Sembra incredibile, ma le osservazioni scientifiche e l'evidenza stessa dei fatti inducono a credere che gli strani esseri atterrati stanotte nella fattoria del New Jersey non siano che l'avanguardia di un'armata di invasione proveniente da Marte. La battaglia che ha avuto luogo stanotte a Grovers Mill si è conclusa con una delle piùstrabilianti disfatte subite da un esercito nei tempi moderni...»

La trasmissione poi prosegue seguendo la trama del romanzo di Wells, fino all'epilogo in cui i Marziani vengono inaspettatamente sconfitti. Tuttavia, molto prima che il programma radiofonico fosse concluso, tra gli ascoltatori si scatenò il panico.


Riflessione personale su "La guerra dei mondi".
Dopo aver sia letto il romanzo di Wells che aver visto svariate volte il film diretto da Steven Spielberg, posso solo immaginare che reazione abbia scatenato la diretta radiofonica di Orson Welles. Provate a mettervi nei panni di quegli ignari ascoltatori che non avevano assolutamente idea di cosa la radio stesse trasmettendo.
Provo a immedesimarmi facendo un tuffo nel passato:

"E' sera. Una lunga giornata di lavoro volge al termine. Sono stanco, dopo una cena fugace mi accingo a mettermi a letto. Fuori la strada è buia. Giro la manopola della radio per accenderla e ascoltare il mio canale radiofonico preferito, giusto qualche minuto, prima di addormentarmi. C'è della bella musica, ma improvvisamente la trasmissione viene interrotta. Una voce giovane e decisa narra di qualche strano fatto appena accaduto. Poi la musica riprende. Quindi viene nuovamente interrotta. Non capisco. Di cosa sta parlando? Le parole "avvistamento", "alieni", "invasione", "battaglia" stonano nella silenziosa nottata. Inizialmente sorrido. Poi d'istinto apro la finestra della camera per vedere se davvero sta accadendo qualcosa, ma tutto tace. E' comunque la mia prima vera reazione a ciò che la radio va trasmettendo. La cronaca si fa sempre più concitata. Nella mia mente si accavallano immagini piuttosto irreali, comincio a passeggiare nervosamente da una stanza all'altra. Chiamo mia moglie, senza farmi sentire dai miei figli. Non voglio spaventarli. Alla radio si sentono delle urla, il cronista pare agitato, le sue parole sono impietose, laggiù, da qualche parte si sta svolgendo una battaglia cruenta. Mi sento impotente, ma in ogni caso non saprei cosa fare. Mi vesto e mi precipito in strada. Vorrei gridare, chiedere aiuto. Ma in strada non c'è ancora nessuno. Possibile? Pare un incubo. Quando decido di rincasare vedo un uomo tutto trafelato venirmi incontro, corre, inciampa e infine cade a terra. Mi avvicino per soccorrerlo, ha lo sguardo terrorizzato. In quell'istante sento una donna gridare, se ne sta sull'uscio di casa strappandosi i capelli. Alcuni bambini piangenti le tirano la gonna, un uomo, il marito, inveisce contro alcuni passanti. Ce l'ha con il mondo, con l'umanità, dice che è la fine. In pochi attimi la strada, che fino a qualche istante prima era deserta, va riempiendosi di persone in lacrime, fuori di sé. Da ogni abitazione giunge la voce tuonante di quel cronista che nella sua cruda narrazione degli eventi scuote la tranquillità della cittadina in cui vivo. La notizia che sta succedendo qualcosa di terribile si propaga rapidamente, qualcuno dice che si tratta di uno scherzo, ma la maggior parte delle persone è ormai nel panico. Pensieri assurdi si accavallano nella mia testa. La voce della radio parla proprio di extraterrestri! Possibile? Creature dall'aspetto mostruoso giunte per invaderci e distruggerci. Mi prende lo sconforto, non so che fare. Corro da una casa all'altra, cerco di avere più notizie possibili. Provo a pensare a una via di fuga. Devo recuperare la mia famiglia e fuggire. Ma è tutto così irreale che non riesco davvero a decidere cosa fare. Poi cominciano a circolare voci più insistenti sul fatto che si tratti di un terribile equivoco, se non di uno scherzo. La tensione si scioglie leggermente, ma devo esserne sicuro. Torno a casa, chiudo porte e finestre, mi barrico all'interno con la mia famiglia. Nonostante il finimondo scatenatosi in strada i miei figli non si sono svegliati, ma io mia moglie ci scrutiamo in silenzio. Spengo ogni luce, dalla radio giungono inviti alla calma, pare si tratti davvero di un equivoco dovuto alla incredibile e realistica interpretazione del narratore durante la trasmissione ispirata ad un famoso romanzo di fantascienza. 
Provo a coricarmi, la notte torna silenziosa, ma fatico a prendere sonno. Quando finalmente mi addormento strane figure popolano la mia mente, terribili creature venute dallo spazio turbano i miei sogni. Enormi tripodi avanzano indisturbati nella mia testa, mi sveglio madido di sudore, imprecando contro quel pazzo di un narratore. Il giorno successivo i quotidiani scrivono dell'incredibile show, c'è chi ride e chi piange. Io faccio entrambe le cose."

mercoledì 15 ottobre 2014

Dalle paludi delle Everglades al mare selvaggio di Naples, Florida


Lasciata Key West e ripercorsa la Overseas Highway, attraversando nuovamente le isole Keys, raggiungiamo la Tamiami Trail, la lunga strada che percorre la Florida da Miami a Tampa passando per la vasta area paludosa delle Everglades.
Sul ciglio della strada scorgiamo una bellissima iguana poco prima di arrivare al Safari Park Airboat Rides. Piove, aspettiamo che le nuvole passino prima di salire sull'airboat, una grossa barca dal fondo piatto spinta da un motore a elica con cui ci addentriamo nella vastissima palude in cerca di alligatori. Con i tappi nelle orecchie (la barca faceva un gran rumore) e con l’airboat che sfreccia a gran velocità abbiamo visitato solo una piccola parte del maestoso parco nazionale delle Everglades. Qui flora e fauna regnano indiscusse. Abbiamo la fortuna di vedere qualche falco, alcuni aironi, tartarughe, oltre a numerosi insetti tra cui una cavalletta gigante e colorata e finalmente due alligatori, uno a pelo d’acqua che sembrava ci spiasse! Una bellissima e avventurosa esperienza che si è conclusa con la visita della fattoria dove vengono allevati alcuni alligatori e coccodrilli. Ci incamminiamo tra piante di banane e palme con uccelli dallo sguardo minaccioso, simili ad avvoltoi, gli urubù. Anche qui scorgiamo in un canale un alligatore intento a seguire la scia di un airboat.
Nel pomeriggio ripartiamo lungo la strada che attraversa il paese degli indiani Miccosukee, nativi della Florida che ora gestiscono un grande casinò sulla Tamiami Trail. Alle sera raggiungiamo Naples dove non ci facciamo mancare un tuffo in piscina e una deliziosa cenetta messicana a base di chili con carne, fagioli, fajitas di pollo, nachos e salsa piccante, il tutto innaffiato da margarita e cerveza. Ovviamente la serata si è conclusa con una dormita colossale.

Al mattino ci rechiamo alla spiaggia di Naples, affacciata sul Golfo del Messico, la sabbia è soffice e bianca, il mare dal colore turchese, ma piuttosto selvaggio. Facciamo il bagno tra decine di gabbiani e di pellicani bruni intenti a tuffarsi in picchiata per pescare, oltre ad alcuni ibis e ad altri uccelli. Fa caldo, nonostante il vento che soffia aumentando le onde. Passeggiamo sulla spiaggia tra le conchiglie, nella morbidezza della sabbia, con il sole che scotta. Nel chiosco dei surfisti ci rinfreschiamo con una limonata ghiacciata. Poi decidiamo di rientrare attraversando il paese di Naples a piedi, un’idea pazzesca con il caldo afoso e praticamente nessuno in giro a parte noi, ma ammiriamo le incredibili ville dei ricconi americani che qui vengono a svernare, ville dai giardini curatissimi con mangrovie e vegetazione tropicale. Naples non ha molto da offrire, ma il suo mare selvaggio e i pellicani ci hanno sicuramente affascinato, così come la vastità delle Everglades popolate da chissà quanti coccodrilli e alligatori.


sabato 11 ottobre 2014

Le donne del pallone



Le donne del pallone. Già perchè il calcio non è solo uno sport maschile. Questo si sapeva, ma vedere dal vivo una partita di calcio femminile rende bene l'idea. C'è tecnica, stile, impegno. Si corre, si suda, si lotta su ogni pallone, dai calci di punizione ai contropiede. Tra dribbling, colpi di testa, calci d'angolo, incredibili parate, magnifiche azioni e gol da fuoriclasse, le donne del pallone non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi maschi. 

Giovedì 9 ottobre ho assistito all'incontro di Women's Champions League tra Brescia e Lione. Le ragazze bresciane, reduci dal trionfo in campionato con la magnifica vittoria dello scudetto, affrontano una tra le squadre più forti del mondo nel calcio femminile. La partita vede le francesi protagoniste, che travolgono le Leonesse. Ma la nota positiva della serata è il calore del pubblico e la vicinanza della città a questo gruppo. Già nella finale scudetto c'erano circa tremila tifosi assiepati intorno al terreno di gioco, ma nella serata di Champions le ragazze bresciane giocano sul campo dello stadio Mario Rigamonti, lo stesso dove hanno giocato campioni come Pirlo, Baggio o Guardiola. Già nel tardo pomeriggio i primi tifosi raggiungono lo stadio che verso sera vede affluire più di cinquemila spettatori, riempiendo i settori della Tribuna e della Curva Nord. Anche gli Ultras fanno sentire tutto il loro apporto alle Leonesse cantando e tifando per tutti i novanta minuti. Dalla tribuna scrosciano gli applausi, nonostante la delusione per la sconfitta. Le ragazze a fine partita salutano i tifosi, la pioggia battente li trattiene sugli spalti e la serata nonostante tutto si conclude in una festa. 

Il calcio è anche questo. Da sempre tifoso e amante del gioco più bello del mondo posso dire che anche le donne sono protagoniste di questo sport. La serata di Champions lo ha dimostrato, la città ha apprezzato l'impegno e la tenacia delle proprie Leonesse che sono arrivate ad un traguardo storico, e i tifosi sono accorsi numerosi portando tutto il proprio calore.
Al di là di quegli interessi superiori che rovinano l'essenza di questo sport, dal denaro alle scommesse, oltre la violenza negli stadi, oltre tutto ciò che non riguarda la voglia di giocare a pallone, il calcio femminile è l'esempio di come dovrebbe essere quello maschile, fatto di gioco ed entusiasmo, dove si applaude anche la sconfitta, dove le polemiche hanno vita breve, dove si festeggia sempre e comunque la passione per lo sport.

mercoledì 8 ottobre 2014

Miami Beach, il mare e lo stile Art Déco



Arrivati a Miami prendiamo un taxi per raggiungere il nostro hotel a South Beach, la zona più frequentata e conosciuta di Miami Beach. Il caldo soffocante inizialmente ci spaventa, in estate il clima della Florida è molto umido e afoso. 

Decidiamo di fare un tuffo nell'oceano, pronti a rinfrescarci, ma l'acqua è incredibilmente calda! Al largo si vedono enormi navi andare in direzione del porto. Ci rilassiamo per qualche ora nella soffice sabbia della gigantesca spiaggia di So.Be., South Beach, quindi ci avventuriamo tra l'Atlantic Ocean Drive, Collins Avenue, Washington Avenue e il centro di South Beach passeggiando nella bellissima Lincoln Road tra bar e ristoranti all’aperto, nella Española Way, nel Lummus Park (parco tra la spiaggia e la strada, con numerose palme) e lungo l’Ocean Drive, la strada più conosciuta di Miami. Qui ci sono i famosi palazzi e gli hotel degli anni ’30 in stile Art Déco, color pastello, come il Leslie, il Cardozo, il Colony, il Boulevard, il Clevelander o il Casablanca. Belli e colorati di giorno si illuminano di notte e l’Ocean Drive diventa un ingorgo di automobili d’epoca o di lusso, una sfilata continua davanti ai locali affollati e chiassosi. Da vedere anche Casa Casuarina, la ex villa di Versace, tipico esempio dell'altro stile di Miami Beach, il Revival Mediterraneo, come nello Spanish Village dell'Española Way.

Decidiamo di scoprire anche la Downtown di Miami dove ci muoviamo con la Metromover, una sorta di metropolitana sopraelevata, completamente automatizzata. Un giro su questi treni da la possibilità di avere una panoramica di tutta l'area della Downtown, anche perché a piedi le distanze tra i grattacieli sono notevoli e non vale la pena perderci troppo tempo. Comunque vediamo il Miami Herald Building, il palazzo del quotidiano di Miami; l’America Airlines Arena, dove si svolgono spettacoli, concerti e partite di basket; la Miami Heat Arena, dove gioca la squadra di basket dei Miami Heat e la Freedom Tower, vecchia torre sulla Biscayne Boulevard. Scendiamo quindi al Miami Dade Cultural Center dove si trovano il Miami Art Museum, l’Historical Museum of Southern Florida e il Miami Dade Public Library. Ripresa la Metromover attraversiamo le zone finanziarie di Brickell e Financial District prima di scendere a Bayside Marketplace, accanto a Bayfront Park, nella zona del Porto di Miami. Nel Bayside ci sono molti negozi e ristoranti, oltre a svariate bancarelle per turisti. Affacciato sul mare si trova anche l’Hard Rock Cafè di Miami, dove entriamo a curiosare, come nel Bubba Gump Shrimp & Co., negozio e ristorante con il nome di Bubba, l’amico di Forrest Gump (il film con Tom Hanks). Bubba voleva vendere infatti gamberetti (“shrimps”). Simpatica l’idea della panchina di Forrest Gump davanti al negozio, con le sue scarpe, il libro e la scatola di cioccolatini proprio come nel film. La vista sul porto con le barche è affascinante, anche se poco più in là si intravedono gli enormi ponti stradali che collegano la Downtown di Miami a Miami Beach. Dopo aver pranzato con un classico hot-dog americano torniamo in spiaggia con il mare sempre più caldo.

Trascorriamo piacevoli serate in Lincoln Road e sull’Ocean Drive nella vita notturna di South Beach, tra gli hotel più famosi come il Colony, il Boulevard o il Clevelander. Di giorno ci rilassiamo stando in spiaggia fino al tramonto. Che bella sensazione fare il bagno alle otto di sera mentre comincia a fare buio senza avere il minimo brivido di freddo.

L'ultimo giorno torniamo a Bayside, dove ai piedi di una centenaria mangrovia dalle radici enormi, ascoltiamo la melodia malinconica di un caratteristico musicista degli stati del sud, prima di salutare definitivamente Miami e recarci in aeroporto. 

Nel ritorno verso casa le immagini e i ricordi di questo bel viaggio si sovrappongono. Dalla maestosità della Downtown alla vita frenetica di South Beach, il fulcro del nostro girovagare: le luci e i suoni dell'Ocean Drive, lo stile dell'Art Déco, l'eleganza della Lincoln Road, le cene all'aperto, i bagni tra le onde di un oceano Atlantico particolarmente caldo. Miami Beach è divertimento, arte, cultura, shopping e vita da mare. Qui non ci si annoia di sicuro!

martedì 7 ottobre 2014

Colori e sapori d'autunno


L'autunno infine è arrivato.

Il sole, seppur tiepidamente, scalda ancora le giornate che inevitabilmente tendono ad accorciarsi. Alle prime luci del mattino e verso sera l'aria fresca spinge a indossare i primi giubbotti, il tempo stabile delle ultime settimane si alterna a rannuvolamenti e scrosci a cui ormai siamo abituati dopo l'estate anomala di quest'anno. Intanto le aule delle scuole si sono ripopolate e le ferie sono per molti lavoratori ormai solo un ricordo.

Ciò che caratterizza questo inizio di stagione sono i colori e i sapori di cui l'autunno va fiero. Le foglie degli alberi ingialliscono, altre si tingono di colori più accesi come il rosso o più cupi come il viola o il marrone scuro. Si staccano dai rami e lentamente cadono al suolo. Timide e spaventate dall'imminente arrivo del freddo invernale, abbandonano quei rami che le hanno cresciute e cullate durante la fioritura primaverile e che le hanno lasciate danzare leggere nel soffio della brezza estiva. Ora, nel triste e lento distacco, riescono ancora a suscitare emozioni. L'addio alle fronde le spinge a volteggiare graziosamente prima di coricarsi su morbidi tappeti, nei giardini, a ridosso delle strade, un po' ovunque.

Profumi intensi saturano l'aria autunnale. Nei boschi umidi non manca l'aroma dei funghi, il terreno è dissipato di marroni e castagne, nei vigneti l'uva è stata vendemmiata, nei campi il grano è già da tempo mietuto, le pannocchie sono state raccolte.
All'alba la foschia si fa più intensa, in attesa delle prime nebbie. Gli insetti e gli animali paiono piuttosto concitati, sanno che l'inverno è alle porte e per molti sarà tempo di andare in letargo. Gli uccelli migrano alla ricerca di terre più calde, come le rondini che già da tempo hanno preso il volo.

La primavera è sinonimo di rinascita, risveglio, bellezza e armonia, l'estate sa di festa e allegria, di caldo e di mare. L'inverno è mercante di neve, porta buio e freddo, ma si scalda nel Natale e il suo fascino è irresistibile. E l'autunno? Pare triste, malinconico, grigio. E' un periodo di transizione. Eppure i suoi colori sono unici, i sapori squisiti. Si accendono i primi fuochi, i comignoli come le pentole fumano, si stappano vini novelli e altri più corposi per allietare domeniche monotone. Nei paesi non mancano le feste, da quelle della transumanza delle greggi e dei pascoli a quelle dei funghi e delle castagne, dell'uva e del vino. Si mangiano caldarroste fumanti, si sorseggia vin brulè, nei paioli si mescola la polenta, gli spiedi girano sul fuoco. L'autunno è la stagione della zucca, simbolo della tradizione anglosassone di Halloween, dei cachi e delle noci, delle mele e delle pere, oltre che delle arance e dei mandarini.

Nella rappresentazione dell'Arcimboldo, l'Autunno è raffigurato come un volto umano formato da frutta e ortaggi: pere e mele per le guance e il naso, il riccio delle castagna per la bocca, uva e viti per i capelli, con sopra una zucca, un fungo per l'orecchio, rami e spighe di grano.

E' l'autunno, la stagione dei colori e dei sapori.

domenica 5 ottobre 2014

"L'invasione" di Matteo Comai

"...Tum-tum, tum-tum, cuore in gola, bocca asciutta, mancanza di saliva, adrenalina che scorre nel sangue e inchioda a terra, muscoli irrigiditi, annebbiamento della vista, tutto sembra svolgersi lentamente ma in realtà accade in pochi secondi, rumore di passi e voci simili a suoni metallici lontani anni luce e, invece, lì a pochi metri..."


L'arrivo di perfide creature extraterrestri sconvolge la vita di una tranquilla cittadina di provincia. Esseri grigi, dagli inespressivi occhi neri e dalle peggiori intenzioni, piegano al loro volere la maggior parte degli esseri umani che, ridotti allo stato vegetativo, non possono fare altro che ubbidire al popolo invasore.
Gli "alienati" perdono ogni tipo di rapporto con il mondo esterno, vengono radunati a centinaia e portati via con la forza. I superstiti, a quella che sembra essere la resa del pianeta Terra, riescono a trovare scampo attraverso tunnel sotterranei, cercando di allontanarsi il più possibile dalla superficie, ormai completamente occupata.
Tra loro un gruppo di cittadini, guidato dalle fervide intuizioni del protagonista Jones, si addentra nelle viscere della terra alla ricerca di Atlantide, un leggendario bunker costruito vent'anni prima dell'invasione, dove si presume viva una colonia di esseri umani, portati sottoterra per compiere esperimenti scientifici.

Un romanzo capace di trasmettere forti emozioni, in cui l'amicizia intreccia le avventure dei personaggi e dove il confine tra realtà e immaginazione si fa sempre più sottile.


Disponibile su Libreria Serra TarantolaIbs, LibreriaUniversitaria.it, Unilibro oppure ordinabile nelle librerie.