martedì 24 febbraio 2015

Il Bryce Canyon, una meraviglia della natura

Bryce Canyon

Lasciati alle spalle il Grand Canyon e la Monument Valley ripartiamo nel pomeriggio rientrando per un tratto di strada in Arizona e ripassando da Kayenta. Poi andiamo verso nord in direzione di Page e del Lake Powell, sul confine con lo Utah. Al piccolo aeroporto si può salire su un charter per un volo panoramico (ma non economico!) su questo lago artificiale creato con la realizzazione della diga sul fiume Colorado all’interno del Glen Canyon. In effetti per godere appieno dello spettacolo del Lake Powell l’unico modo è quello di volarci sopra, anche se noi riusciamo lo stesso a vedere alcune insenature. Raggiungiamo un punto panoramico da dove si vede perfettamente la maestosa diga Glen Canyon Dam e il fiume Colorado.

Attraversata la diga a piedi, 213 metri sopra il livello del fiume, riprendiamo il viaggio fino a Kanab, piccolo paese reso famoso negli anni Cinquanta grazie al cinema. Al Kerry Lodge, piccolo albergo, dormiva John Wayne quando veniva a recitare sui set dei film western. In realtà ora non c’è proprio niente a parte qualche insegna, un carro e una finta tenda indiana, che ne tengono viva la memoria. Noi alloggiamo in un motel della zona e per cena andiamo in un ristorante messicano, il Fiesta Mexicana: salsa chili, fajitas di pollo con riso e fagioli, cerveza e foto con sombrero! Molto turisti!

Il giorno seguente, partiti di buon’ora, seguiamo una strada che attraversa boschi e montagne, lungo il corso di un piccolo fiume. Alle otto di mattina arriviamo al Bryce Canyon, a 2800 metri. Le formazioni rocciose di arenaria hanno colori meravigliosi, dal giallo intenso al rosso. Gli indiani Paiute, che un tempo abitavano queste zone, le descrivevano come “rocce rosse che si ergono come uomini in un anfiteatro”, gli hoodoo.


Infatti sembra proprio di osservare un anfiteatro con enormi statue. La leggenda indiana dice che queste formazioni rocciose altro non sono che persone pietrificate dal dio che si era arrabbiato con loro. Dal Bryce Point scendiamo all’interno del canyon, lungo il Navajo Loop Trail, un sentiero che si addentra tra le rocce per circa due chilometri. Discendiamo a zig-zag con un dislivello di 150 metri. Il percorso è incredibile, arriviamo in un’ansa stretta tra le insenature del canyon dove si ergono maestosi due alberi gemelli, poi riprendiamo il cammino tra scoiattoli e uccelli colorati fino a risalire faticosamente tra gli hoodoo. Il sole ormai è alto e comincia a fare caldo. Una donna anziana vestita con abiti colorati in stile new age scende cantando nel canyon mentre noi risaliamo a fatica e ci chiediamo se sarà in grado di cantare ancora quando dovrà tornare su. Ritorniamo al Bryce Point, stanchi ma esaltati dalla bellissima esperienza a stretto contatto con il canyon.





Riprendiamo la strada che attraversa pascoli e zone molto verdi e facciamo una sosta in un negozio di souvenir di manufatti indiani, c’è anche qualche animale imbalsamato, come il puma o leone di montagna, che vive tra i canyon e le montagne di queste parti. Più avanti vediamo la fattoria dove c’è la mandria di bisonti (tatanka) usata nel film Balla coi Lupi.

Il paesaggio cambia gradatamente, entriamo nello Zion National Park, un canyon metà deserto e metà montagna, scavato dalle acque del Virgin River. La strada che lo attraversa è tortuosa, tra gallerie e strade piuttosto strette. Ci fermiamo per godere di una bella vista panoramica sulla vallata e sulle montagne circostanti. Ripartiamo discendendo così l’altopiano del Colorado (Colorado Plateau) iniziato due giorni prima quando siamo saliti sul Grand Canyon. Imbocchiamo la strada che ci porta a St. George, piccolo paese fondato dai Mormoni, direzione Las Vegas!

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