Il caos regna nella
piazza, migliaia di coriandoli volano nell'aria spinti dal vento come
fiocchi di neve, cadendo poi a terra su di un letto dai colori
dell'arcobaleno. Stelle filanti e palloncini, fischietti, trombe e
fuochi d'artificio. La festa del Carnevale è cominciata, nella
piazza si sono radunate tantissime persone, ognuna indossa una
maschera o un costume colorato.
Ci sono Pulcinelle e
Arlecchini, pirati e cow-boy, principesse e cavalieri, fate e maghi,
draghi e leoni. Gli adulti si mescolano ai bambini, tutti mascherati
per un'unica grande festa. Si canta e si balla, si gioca e si
scherza, ci sono frittelle e lattughe, vino e bevande a volontà.
Un ragazzo è in mezzo
alla piazza, una maschera attira la sua attenzione. E' scura, quasi
nera. Chi la indossa è un uomo o una donna, non lo può sapere, il
suo volto è celato da quella strana e cupa maschera. Il ragazzo si
avvicina incuriosito. Questa persona è ferma, immobile in mezzo a
tanto trambusto.
Ora il ragazzo gli è di
fronte. Vorrebbe toccare la maschera, allunga le mani, ma poi le
ritrae intimorito. Questa persona non si muove, è impassibile. Si fa
coraggio, alza di nuovo le mani verso quel volto coperto. Con la
punta delle dita sfiora la maschera, percepisce che è fredda. Poi la
tocca con entrambe le mani, è gelida e di ferro. Il cuore palpita
forte, il ragazzo è confuso. Perché quell'individuo bizzarro non
reagisce? Allora si convince che deve togliergli quell'assurda
maschera, forse ha bisogno di aiuto. Eppure non glielo sta chiedendo.
Ma è testardo, non è logico che in mezzo a una festa così bella
qualcuno se ne stia lì da solo e per di più con indosso una
maschera orribile e pesantissima.
Ormai ha deciso, gliela
deve sfilare. La stringe con forza e cerca di levarla tirandola verso
l'alto. Ma la maschera non si muove. Riprova più volte, ma
inutilmente.
Poi all'improvviso una
luce lo acceca, qualcosa preme sulla sua testa, e in pochi
istanti diviene tutto buio. Sente ancora i rumori della festa, ma
sembrano più lontani. Eppure si trova ancora nel centro della piazza. Il
ragazzo si tocca il volto con le mani e si accorge con orrore che sta
indossando quella maschera che cercava di togliere dalla persona che
aveva di fronte. La maschera è tremendamente pesante, lo opprime, lo
soffoca. Ci sono due piccole fessure vicino agli occhi, dove poter
vedere. Il ragazzo si muove spaventato, gli altri non sembrano badare
a lui, in tutta quella confusione ed euforia. Si guarda intorno e
cerca la persona a cui voleva sfilare la maschera e che a quanto pare
l'ha tolta all'improvviso mettendola a lui. Con le mani prova a
togliersela, ma sembra impossibile. Aderisce perfettamente al suo
viso.
Poi scorge una figura che
si allontana nella folla. Indossa gli stessi vestiti della persona
che portava prima la maschera. La rincorre, ma il suo corpo si muove
lentamente, come se fosse appesantito da quella maschera di ferro che
lo indebolisce. Pare tutto un incubo. Infine riesce a farsi forza e a
raggiungere quello strano personaggio che si sta dileguando. Lo
strattona bruscamente afferrandolo per le spalle. Questi non si vuole
voltare, allora il ragazzo grida di rabbia, ma la sua voce rimbomba
solo nella maschera che indossa. Ne nasce un parapiglia, quella
persona non si vuole far riconoscere e cerca di nascondersi. Si
azzuffano e cascano a terra. Si sente impazzire. Sfoga la sua ira
sullo strano individuo, lui reagisce colpendolo a sua volta. Ma il
ragazzo non è ancora riuscito a vederlo in volto. Improvvisamente
questi si gira, il suo viso è orripilante, ride, si contorce in un
ghigno spaventoso e inveisce sproloquiando ingiurie e calunnie su di
lui. La sua voce è assordante, pare una mare in burrasca.
Il ragazzo
lo osserva bene, il suo volto seppur raccapricciante gli è
familiare. Ha un tuffo al cuore. Si sente gelare. E' uguale a lui.
Il ragazzo cerca di strapparsi la maschera, ma non occorre perché questa si scioglie, si liquefa in pochi istanti.
La piazza ora è vuota,
sembra che non ci sia stata alcuna festa di Carnevale. Il suo
alter-ego ora pare più disteso, i suoi occhi lo studiano come lui osserva i suoi. Gli sembra di guardarsi allo specchio. Vede il
riflesso della sua anima, la sua coscienza. Intuisce quanto potrebbe
diventare orribile se non si decide a migliorare la propria vita.
Di fronte a lui ora c'è
davvero uno specchio. Il volto della persona che vede è davvero il
suo. E' più sereno. Il ragazzo sospira, non sa bene cosa sia
accaduto, ma sa che forse ne sta uscendo.
Si gira e si allontana
lentamente. Dopo qualche passo si volta e scopre che lo specchio non
c'è più. Il ragazzo si sente più leggero, capisce di essersi
liberato di quella parte di sé che era crudele e meschina. Sente
suonare la musica, vede gente allegra e felice. Corre, sta per
cominciare la vera festa.