L'arrivo in un campeggio ha sempre il sapore dell'inizio di una piacevole avventura. Sbrigate le formalità relative all'accesso, comincia la ricerca della piazzola perfetta, l'angolo giusto dove piazzare la tenda, la roulotte o il camper.
"Qui va bene, c'è più ombra..."
"Forse però quella è più spaziosa..."
"Ma in quest'altra ci sono più alberi, ci possiamo attaccare l'amaca..."
"Sì, però qui siamo più vicini al mare..."
All'arrivo in un campeggio, che sia al mare, al lago o in montagna, si va sempre alla ricerca di quel pezzettino di terra ideale, la scelta diventa fondamentale per poter trascorrere la propria vacanza come si desidera. A una prima occhiata le piazzole sembrano tutte uguali, ma per un campeggiatore ogni dettaglio è importante. C'è chi preferisce stare vicino alle zone comuni, quali market, toilette o piscine. Oppure chi preferisce essere più isolato, chi non teme il sole e chi invece vuole stare completamente all'ombra degli alberi per avere più fresco possibile.
Ogni volta mi viene in mente una scena del bellissimo film "Cuori ribelli" con Tom Cruise e Nicole Kidman, quando sono nell'Ovest americano ai tempi dell'arrivo dei primi pionieri. L'assegnazione dei terreni è una vera e propria gara, all'alba in centinaia corrono con carri e cavalli per miglia e miglia, fino a raggiungere il proprio lotto dove piantare la bandierina e gridare di gioia, lì costruiranno la loro casa e il loro futuro.
La scelta della piazzola di un campeggio non è certo la stessa cosa, ma con un po' di fantasia e per chi ama sognare, dire "ok, questa va bene!" è un momento speciale.
Quindi ci si mette subito al lavoro. Teli, tende e picchetti, caravan o roulotte. In poche ore il terreno che prima era spoglio comincia a prendere forma, e a opera completata ci si sofferma a contemplare la nuova "casa". C'è chi si accontenta del poco necessario, c'è chi si concede qualche comodità in più. E' divertente passeggiare in un campeggio curiosando gli alloggi degli altri, si scoprono cose nuove e a volte bizzarre, ma è giusto che ognuno si sistemi come meglio creda, sempre nel rispetto delle altre persone e della natura circostante. Si vedono sventolare bandiere tedesche, danesi, norvegesi, olandesi, belghe e svizzere. Ci sono molti stranieri oltre a noi italiani. Quindi si ha la possibilità di vedere in un colpo solo come si comportano persone di nazionalità diverse che si ritrovano nella stessa situazione. C'è chi arreda la roulotte o la tenda decorandola con vasi e fiori, o con file di lampadine colorate da accendere la sera. C'è chi ha il frigo, la televisione, e chi no. Si vedono tende piccole dove ci si può dormire da soli o in due, altre invece sono così grandi da poter ospitare intere famiglie. Ci sono roulotte attrezzate dove poter trascorrere tranquillamente qualche settimana di vacanza, ma anche caravan giganteschi e super moderni che potrebbero essere delle vere e proprie abitazioni sulle ruote.
All'ora di pranzo o verso cena l'aria si riempie dei profumi della carne alla griglia, gli uomini si scatenano ai barbecue, mentre le donne cucinano pasta o verdure e imbandiscono la tavola.
Le sere d'estate sono fresche nella pineta del campeggio, ideali per sorseggiare una birra o un buon bicchiere di vino in compagnia e al chiarore della luna. Si canta, si balla e si fa festa. Poi la notte scivola via silenziosa, si odono solo i rumori del bosco.
Un gufo appollaiato sull'albero spalanca gli occhi nel buio, emette il suo cupo richiamo prima di spiccare il volo e scomparire nell'ombra. Inizialmente chi se ne sta appisolato nel proprio sacco a pelo o sotto le coperte tende l'orecchio a ogni minimo rumore, strane storie vengono alla memoria, favole ascoltate da bambini o film visti al cinema. Un ramo secco che si spezza, una pigna che cade a terra, il fruscio delle foglie. Si sgranano gli occhi, forse è un orso affamato, un cinghiale impazzito, una strega cattiva!
In realtà è un riccio che passeggia indisturbato, un uccello notturno che gode della propria libertà nel campeggio addormentato, o un semplice rumore del bosco. Presto ci si fa l'abitudine. Il campeggio è avventura, divertimento, ma ci vuole anche un po' di spirito di adattamento oltre alla disponibilità a darsi da fare e a contribuire.
All'alba sorge il sole, il campeggio si sveglia, si sentono i primi rumori dell'attività quotidiana, le zip delle tende e le porte dei caravan che si aprono, i passi delle persone, il pianto di un neonato, il rumore di una tazza o il tintinnio di un cucchiaio, il profumo del caffè. E' un nuovo giorno.
Esco dalla tenda, mi sgranchisco le ossa, inspiro a fondo la freschezza del bosco mentre mi invade il dolce profumo delle brioche appena comprate dal vicino alla forneria del campeggio. Mi guardo attorno, siamo in vacanza, la pelle abbronzata, fa caldo, uomini a torso nudo, donne in costume, bambini che corrono. Mi sento come un pellerossa nel suo villaggio, accendo il fornelletto a gas come se fosse il fuoco sacro. L'ombrellone per la spiaggia è il mio totem, il martello con cui sistemo i picchetti è il mio tomahawk. Prendo il cavallo e vado a lavarmi nel ruscello... Scherzo, vado in bagno e dopo una bella doccia torno in me stesso!
Con la mia famiglia raggiungiamo i nostri amici sistemati poco più in là, pronti a trascorrere una nuova giornata insieme. Ci godiamo la morbidezza della sabbia, l'odore del mare, la freschezza e il divertimento delle piscine. Mangiamo squisite prelibatezze, chiacchieriamo allegramente, i bambini corrono spensierati e felici. Il campeggio è anche questo, semplicità.
Quando arriva il momento del commiato, seppur triste e malinconico, desideriamo che sia un arrivederci. A presto quindi, alla prossima avventura.
W il camping! :)
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