Eravamo entrati nell'ostello da qualche minuto, ma non c'era nessuno a riceverci. Notiamo che sul muro era affissa una bacheca con alcuni avvisi e dei disegni dove vi erano raffigurati dei campi con le pecore. Tipico dell'Irlanda, tanto verde e tante pecore, te le trovi anche sulla strada, a volte intere greggi che lentamente sfilano a fianco delle automobili. Curioso tuttavia vedere queste raffigurazioni. Poi l'occhio cade su un piccolo particolare che in un primo momento ci era sfuggito. Le pecore non sembravano affatto docili, avevano un ghigno malizioso, quasi feroce, e mostravano piccoli denti acuminati. Ah, sorridiamo e.. deglutiamo allo stesso tempo. Dove eravamo finiti? Poi leggiamo una didascalia posta accanto, era un messaggio abbastanza eloquente. Diceva che a Dunquin di notte si incontrano le pecore vampiro... "Mah - pensiamo - visto che non è ancora arrivato nessuno, forse è meglio squagliarsela!" Ma nell'annuncio accanto leggiamo che la corriera passa da quelle parti una sola volta al giorno. Perfetto! Quindi una notte dobbiamo trascorrerla lì di sicuro. All'improvviso sbuca da dietro una porta una donna, chiediamo se può darci ospitalità e ci dice che siamo i benvenuti... Sorridiamo e.. non lo so, in quel momento eravamo un po' confusi. Nell'ostello non c'era possibilità di cenare, o meglio c'era una cucina, ma ciascuno doveva cucinarsi quello che aveva. E noi non avevamo comprato niente da mangiare. Nel piccolo villaggio di pescatori dove ci eravamo fermati all'ora di pranzo avevamo dovuto accontentarci di un toast al tonno, ma non ci eravamo preoccupati più di tanto. Quando la sera ci siamo accorti che in quell'angolo sperduto di mondo non c'era nemmeno un posto dove mangiare un boccone abbiamo quasi pensato di andare a bussare alla porta di una delle sparute case in mezzo ai campi.. Ma non volevamo camminare tra le inquietanti pecore, e ce n'erano davvero tante.
Sfidando la paura ci siamo avvicinati a uno steccato osservando quegli ammassi di lana addormentati. Parevano del tutto innocui. Perchè mai si dovevano spaventare i forestieri con delle storie assurde? Non l'ho mai capito.. L'aria umida ci sferzava il volto mentre innanzi a noi una casa assai più grande compariva su di una collina nel diradarsi della nebbia. Un ristorante! Incredibile.. Corriamo entusiasti ed entriamo di gran lena in quello che doveva essere il locale più elegante, ma isolato d'Irlanda. Con addosso un k-way e abiti non certo formali veniamo pure snobbati dal personale, nonostante il ristorante fosse vuoto! Una sola coppia stava cenando, erano Dracula e sua moglie, giunti in vacanza direttamente dalla Transilvania. Scherzo, erano i proprietari. Ci sediamo a un tavolo e ceniamo divorando ogni cosa, in quel momento ci sentivamo noi i vampiri. Innaffiamo il tutto con delle ottime pinte di Guinness prima di rientrare all'ostello, incuranti delle pecore che ci spiavano nascoste nell'erba. Giunti nella camerata dell'ostello siamo crollati per il sonno e abbiamo dormito fino all'alba.
Non come qualche notte prima in un rudere nei dintorni di Killarney dove avevamo dovuto far sloggiare decine di ragni dalla stanza.. Quella notte non era trascorsa affatto bene, un tizio tedesco o forse olandese si era svegliato di soprassalto urlando come un pazzo. Correva in tondo e continuava a toccarsi la testa. Io avevo acceso la luce e con gli occhi sgranati lo guardavo terrorizzato! Non so cosa avesse sognato, magari i ragni che tentavano di divorarlo..
La mattina usciamo dall'ostello e discendiamo nuovamente la strada percorsa la sera prima fino a una piccola insenatura dove è pronto a salpare un battello arrugginito. In poco tempo raggiungiamo le isole Blasket, altro luogo bizzarro di quella parte costiera d'Irlanda. Nel porticciolo veniamo accolti da alcune persone del posto che ci invitano in una baracca ad assaggiare uno spuntino a base di... tonno. Osserviamo allibiti una giovane donna che cammina scalza sul terreno disseminato di sterco di pecora, aveva i piedi neri. Proseguiamo lungo il sentiero che sale sulla cima dell'isola avvolta nelle nuvole. Sotto di noi si sente il fragore del mare, e quando finalmente la foschia si dirada appare maestoso l'Oceano Atlantico. Il fascino dell'oceano visto da lassù è indescrivibile, ammaliante e spaventoso allo stesso tempo. Assorto nei miei pensieri, lo sguardo fisso nella distesa blu, mi rendo conto di quanto siamo piccoli di fronte alla maestosità della natura. Eravamo al confine del continente europeo, al di là dell'oceano c'era la costa americana. Provai a immaginarla, era davvero lontana.
Pochi giorni prima ci eravamo già trovati a tu per tu con l'Oceano Atlantico, sulle magnifiche scogliere delle Cliffs of Moher, nei pressi di Galway. Sdraiato a pancia in giù sulle rocce a strapiombo osservavo stupefatto le onde infrangersi sugli scogli, mentre alcuni giovani del posto suonavano magnifiche melodie celtiche rendendo quegli istanti memorabili.
Nel pomeriggio siamo rientrati dalle Blasket, le nubi si erano riaddensate e sotto una debole pioggia siamo tornati verso l'ostello dove abbiamo dovuto trascorrere un'altra notte. La corriera era ormai passata, ci toccava un'altra cena al ristorante più "chic e affollato" della regione delle "pecore vampiro", ma la consapevolezza di vivere un'avventura in una delle terre più belle del mondo ci dava la forza e l'entusiasmo per andare sempre avanti.
Ah l'Irlanda l'Irlanda.. è come se l'avessi vissuta anche io.. paesaggi spettacolari e incontri inusuali
RispondiEliminaUna terra ricca di fascino e magia.. da vedere!
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