giovedì 26 marzo 2015

Recensione del libro "Io Parto" di Miriam Orlandi


"Io parto è la frase che ho detto fin dal primo momento in cui ho preso questa decisione, è una frase che molti di noi hanno detto, io un giorno l'ho detto e, non so come, l'ho fatto".

Miriam Orlandi, è una donna, una appassionata di moto, una osteopata e fisioterapista, un'amante del mondo e della vita. Nel suo libro dal titolo "Io Parto", Miriam racconta dell'incredibile viaggio compiuto con la sua motocicletta, la sua "Cocca" come le piace chiamarla, attraverso tutto il continente americano.
Dall'Argentina all'Alaska, un viaggio lungo 52.000 km, durato ventitré mesi, attraverso ben 22 stati, nelle tre Americhe.
Il viaggio incomincia come un sogno, un'idea che diventa realtà, nello scetticismo che ne consegue di amici e parenti. Paure, incertezze, dubbi. Miriam parte "sola, con la sua moto".
Questo libro potrebbe apparire come un diario, il racconto dell'esperienza così affascinante quanto temeraria che lei ha vissuto, ma in realtà è soprattutto un fiume narrativo di emozioni e sentimenti. Miriam sperimenta la solitudine della notte, la stanchezza, le debolezze, la povertà della gente, le difficoltà burocratiche dei posti di blocco e delle dogane, ma anche la curiosità, l'ammirazione, l'affetto della gente locale e di tutte quelle persone che non esitano ad aiutarla nel suo lungo viaggio. Miriam attraversa paesaggi e luoghi meravigliosi: dalle cascate Iguazu al maestoso ghiacciaio Perito Moreno, dall'altissimo Lago Titicaca alle rovine di Machu Picchu, attraverso deserti inospitali e lungo coste selvagge, tra foreste e megalopoli, dall'Argentina al Cile, dal Perù al Messico, dalla Bolivia alla Colombia, in Brasile, a Panama, in California e in Canada, ventidue nazioni, in un mix esplosivo di culture e tradizioni. Miriam incontra e conosce decine di persone, vive con loro, in cambio dona la propria esperienza professionale e umana. Si tiene in contatto via internet con amici che la consigliano e la aiutano, soprattutto nei momenti di sconforto e nelle peripezie dovute ai problemi meccanici della sua moto che talvolta la inchiodano a terra per settimane se non mesi. Quella moto che comunque si rivelerà la sua più grande amica e che la condurrà fino in fondo.
"Io Parto" è un ricordo, la fotografia di un viaggio fantastico che tutti sogniamo, ma per Miriam è la continuazione del suo viaggio che in realtà non è mai finito, che continua nelle parole e nelle immagini di questo libro, grazie alla capacità che ha avuto nel dare alle pagine calore e sentimento, trasmettendo le proprie emozioni a chi leggerà la sua storia.


venerdì 20 marzo 2015

Bentornata primavera!


Bentornata primavera! Anche quest'anno l'inverno non è stato poi così rigido, ma qualche nevicata e un po' di gelate non sono mancate. La neve è scesa abbondante pure in città, per la gioia dei bambini e degli amanti della dama bianca. Ma ora è tempo di fioriture e di risvegli dal letargo invernale. Gli animali ancora intorpiditi dal lungo sonno vanno destandosi, presto vedremo volare le rondini, i prati sono già colmi di violette e margherite, mentre magnolie, mandorli e peschi in fiore si tingono di petali bianchi e rosa. Fatto curioso che quest'anno l'equinozio di primavera abbia coinciso con l'eclissi parziale di sole. Quasi un controsenso assistere al "sole nero" nel giorno in cui il sole dovrebbe splendere come augurio per l'inizio della bella stagione. Ma la primavera infine è arrivata, ed è ora di godere delle bellezze che ci può regalare. La frescura del mattino che lascia il posto al tepore del giorno, il sole che scalda, il cinguettio degli uccellini, il profumo dei fiori, i colori e gli odori di una stagione meravigliosa. Quando non piove. La pioggia è gradita, certo, fa parte del ciclo atmosferico, ma senza esagerare. La primavera è bella con il sole, quando l'aria si scalda. L'inverno è finito, il freddo si attenua, ma non è ancora caldo come in estate. Quindi godiamoci il sole, ma attenzione a non esagerare nel cambio di vestiti. Infatti come recitano alcuni proverbi: 
"Marzo pazzerello guarda il sole e prendi l'ombrello"
"D'aprile non ti scoprire, di maggio non ti fidare, a giugno fa quel che ti pare"

Riporto due bellissime dediche alla primavera, la filastrocca di Gianni Rodari e un testo di Lev Tolstoj:

Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno,
più dolce la sera.
domani forse tra l'erbetta
spunterà la prima violetta.
Oh prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno:
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.

(Gianni Rodari)


Per quanto gli uomini, riuniti a centinaia di migliaia in un piccolo spazio, cercassero di deturpare la terra su cui si accalcavano, per quanto la soffocassero di pietre, perché nulla vi crescesse, per quanto estirpassero qualsiasi filo d'erba che riusciva a spuntare, per quanto esalassero fiumi di carbon fossile e petrolio, per quanto abbattessero gli alberi e scacciassero tutti gli animali e gli uccelli, la primavera era primavera anche in città. Il sole scaldava, l'erba, riprendendo vita, cresceva e rinverdiva ovunque non fosse strappata, non solo nelle aiuole dei viali, ma anche fra le lastre di pietra, e betulle, pioppi, ciliegi selvatici schiudevano le loro foglie vischiose e profumate, i tigli gonfiavano i germogli fino a farli scoppiare; le cornacchie, i passeri e i colombi con la festosità della primavera già preparavano nidi, e le mosche ronzavano vicino ai muri, scaldate dal sole. 
(Lev Tolstoj)


giovedì 19 marzo 2015

In arrivo l'eclissi solare


Venerdì 20 marzo assisteremo a un'eclissi solare tra le 9 e le 11.45 del mattino. Sarà parziale su quasi tutta l'Europa, con riduzione della luce in Italia del 70% nelle regioni settentrionali e del 50% al sud. La Luna si troverà tra la Terra e il Sole, oscurandone la luce. Queste eclissi non sono rare, ma appartengono a diverse famiglie, questa fa parte della famiglia Saros ed appartiene a Saros 120, una serie in cui ogni evento si ripete circa ogni 18 anni. Non aspettiamoci che diventi buio come la notte, vista la luce diffusa dell'atmosfera terrestre. Inoltre si deve fare molta attenzione, per osservare l'eclissi è necessario utilizzare occhiali con lenti e filtri appositi per evitare danni permanenti alla vista. Un'eclissi, di sole o di luna, è sempre stata un evento che affascina e attira l'attenzione dell'uomo, spettatore inerme di questo incredibile gioco celeste. Fin dall'antichità questo fenomeno ha suscitato paura e suggestione in tutte le civiltà. Un'eclissi è sinonimo del buio che nasconde la luce, del giorno divorato dalle tenebre, di una danza lenta e cupa, dai presagi funesti. Prepariamoci comunque a questo meraviglioso spettacolo, confidando nelle previsioni che danno il cielo sgombro dalle nubi, o poco nuvoloso. Quando il sole andrà oscurandosi non ci saranno zombie pronti ad invadere l'Italia, ma probabilmente vi capiterà di incontrare in giro strani individui con indosso occhiali spessi e scuri, armati di binocoli e macchine fotografiche, intenti a scrutare il cielo.


domenica 8 marzo 2015

Presentazione del libro "Racconti bresciani"

Sabato 7 marzo presso l'Auditorium della Biblioteca Comunale di Verolanuova si è tenuta la presentazione del libro "Racconti bresciani" (edito da Historica Edizioni), un'antologia che raccoglie 56 racconti frutto del lavoro e della fantasia di altrettanti autori, nati o residenti a Brescia e provincia. Quest'opera nasce dal concorso letterario indetto dalla stessa casa editrice, un concorso aperto a tutti, senza limiti di età e a tema libero. "I racconti pervenuti sono stati una novantina" spiega con soddisfazione il direttore editoriale di Historica, Francesco Giubilei, poi letti e selezionati dalla curatrice del libro, la giornalista del Giornale di Brescia, Viviana Filippini. Le storie raccontate dai vari autori, di età compresa tra i tredici e i quasi cento anni, sono diverse tra loro, spaziano dai temi di genere fantastico o fantascientifico a quelli storici, da storie di vita quotidiana a quelle ispirate a vicende personali. Racconti così diversi tra loro, ma così simili per l'unico aspetto che li accomuna, il luogo di nascita o la residenza di ogni autore, ovvero la provincia bresciana. Ecco quindi che non è detto che nelle tematiche affrontate si possano riscontrare aspetti o luoghi inerenti alla terra lombarda, piuttosto si fa sentire l'influenza dell'esperienza personale, la fantasia e l'impegno narrativo di ogni autore. Grazie a questo concorso ogni autore ha potuto dar sfogo alle proprie capacità inventive continuando a coltivare il medesimo desiderio che accomuna ogni scrittore, la voglia di raccontare e descrivere regalando emozioni al lettore. 

In un tiepido sabato pomeriggio dai primi profumi primaverili, con il sole ancora alto, la sala dell'Auditorium è gremita. Il clima è quello della festa, ma la tensione tra gli autori non manca. L'ebbrezza del palcoscenico fa sempre un certo effetto. Anche se si tratta solo di ricevere l'attestato e i meritatissimi applausi, tanto basta per provare una certa emozione. Anche se la soddisfazione maggiore resta comunque quella di vedere il proprio testo pubblicato in un'opera letteraria.
I libri vanno a ruba, mentre gli autori vengono chiamati uno a uno sul palco. Uomini, donne, giovani, meno giovani, ragazzi, ragazze, adolescenti, tutti accomunati dalla stessa passione, quella della scrittura.
Il pomeriggio si conclude con un arrivederci, a una prossima presentazione, a un nuovo incontro. Gli autori tornano alle proprie case, c'è chi si ferma nei bar della piazza per festeggiare, chi corre in auto per rileggersi il proprio racconto pubblicato e sbirciare velocemente quelli scritti dagli altri, chi telefona agli amici. Risate, abbracci, foto di rito. Il clima giusto di una giornata dedicata alla cultura, alla passione per i libri e la scrittura.

Il sole tramonta, le voci si disperdono, l'aria si fa di nuovo fredda e il buio avvolge la pianura bresciana. Ma la notte si sa, porta consiglio. Quindi tutti pronti per un altro racconto, un'altra storia, una nuova sfida. Sognando di continuare sempre a scrivere e di non perdere mai questa incredibile ed esaltante passione.

mercoledì 4 marzo 2015

Alpe di Siusi, un paradiso per gli amanti della neve e della montagna


Un paradiso per gli amanti della neve e della montagna. L'Alpe di Siusi, l'altopiano più grande d'Europa, si trova in Alto Adige, tra la Val Gardena e le cime maestose delle Dolomiti, tra il massiccio dello Sciliar e il Gruppo del Sassolungo. Sia d'estate che in inverno l'alpe è meta indiscussa del turismo di montagna, e ogni anno si registrano affluenze da tutto esaurito. Per accedervi si può usufruire della cabinovia che sale dal paese di Siusi sull'altopiano, in località Compatsch (1825m), dove si concentra il maggior numero di hotel dell'alpe. Oppure lungo la strada che sale dalla località di San Valentino, tra Siusi e Castelrotto, tramite l'autobus, o con l'automobile, ma l'accesso tra le 9 e le 17 è consentito solo a chi è fornito di permesso. Altrimenti si può salire in autobus anche dalla Val Gardena tramite una strada chiusa al traffico o con la cabinovia da Ortisei. 

L'Alpe di Siusi è un luogo incantevole, attraversato da una sola strada che collega Compatsch a Saltria, l'altra località dell'alpe, dove il traffico è limitato per la salvaguardia della sua bellezza, dove l'auto in effetti non è necessaria.
In estate sono innumerevoli le passeggiate che si possono fare tra malghe e pascoli, tra distese di rododendri, genziane e mirtilli, boschi dove si possono trovare finferli e porcini. Magari incontrando qualche animale che vive da queste parti, come l'aquila reale, il capriolo e la marmotta.
In inverno l'alpe si copre di una candica coltre bianca che la rende ancora più affascinante. La neve non manca mai, e per gli sciatori e gli amanti degli sport invernali è un vero paradiso. Ci sono chilometri di piste per lo sci di fondo, per lo sci e lo snowboard, impianti di risalita come skilift e seggiovie, piste per slittini, possibilità di fare escursioni con le ciaspole, slitte trainate dai cavalli. E per i buongustai, decine di rifugi e ristoranti che nella tradizione del luogo propongono piatti tipici tirolesi, quali canederli, speck, zuppe d'orzo, grostel di patate, strudel e svariate prelibatezze.

Ma ciò che maggiormente affascina è la vista che questa montagna offre ai suoi ospiti. L'inconfondibile profilo dello Sciliar è un capolavoro della natura, come lo sono le cime del Sasso Lungo e del Sasso Piatto. Ma da lassù si possono vedere anche il Gruppo del Sella, il Gruppo delle Odle e del Puez, la Marmolada, il Gruppo del Catinaccio, le Pale di San Martino e molte altre fantastiche vette.

Il nostro primo incontro con l'Alpe di Siusi è stato amore a prima vista, tanto è vero che ci siamo ritornati, finora sempre in inverno. Salendo da Compatsch con la seggiovia, a piedi o con la slitta trainata dai cavalli, si raggiunge Panorama (2015m). Già il nome rende l'idea. Il panorama è fantastico, bello da togliere il fiato. Un mare bianco, una distesa di neve immacolata battuta solo dagli sciatori o dai gatti delle nevi. Oppure da Saltria si possono raggiungere alcuni rifugi dove è possibile usufruire gratuitamente degli slittini con cui scendere lungo le piste. E poi chilometri e chilometri di piste e sentieri. Una montagna che offre infinite opportunità, per grandi e piccini, in ogni stagione. 

L'Alpe di Siusi è pace, armonia, bellezza, fascino, seduzione, incanto e magia. Un luogo romantico, dove assaporare magnifici tramonti o passeggiare nella neve al chiaro di luna. Un luogo avventuroso e divertente, ricco di tradizioni, una montagna da vivere in ogni momento, adatta a tutti, un posto che invoglia a tornare. Ogni volta che ce ne andiamo, il distacco è lento, il saluto malinconico, ma l'idea che sia un arrivederci e non un addio ci riempie di gioia.