martedì 21 giugno 2016

The Floating Piers, consigli utili per un evento imperdibile ma.. affollato


The Floating Piers sul lago d'Iseo è una bellissima esperienza, imperdibile per chi ama gli eventi eccezionali, ma dura solo fino al 3 luglio e la gente che accorre è davvero tanta! I moli galleggianti sono percorribili solo a piedi, si parte da Sulzano per arrivare a Montisola nel caratteristico borgo di Peschiera Maraglio. Poi si percorre la strada dell'isola fino a riprendere le passerelle per l'isola di San Paolo. Circa tre chilometri di cammino "sull'acqua" per un'esperienza unica. L'artista bulgaro Christo consiglia di togliere le scarpe lungo il percorso e in effetti aumenta la piacevole sensazione di "camminare sull'acqua". Al tramonto poi i riflessi del sole sulle passerelle rivestite di teli dorati creano un'atmosfera ancora più magica. E la notte si accendono le luci per chi vuole vivere questa esperienza in notturna. The Floating Piers è l'evento dell'anno, tutti ne parlano e sempre più persone sperano di andare nonostante le note difficoltà a raggiungere la zona. 

Noi abbiamo fatto passare il primo weekend di pura follia dove Sulzano e Montisola erano prese d'assalto e il lunedì nel pomeriggio abbiamo raggiunto Sulzano in treno partendo dalla stazione di Brescia con non poche difficoltà. Ma siamo entusiasti, non potevamo certo mancare a questo appuntamento! 


Riepilogo qualche consiglio che spero sia utile per chi fosse interessato a raggiungere The Floating Piers:

- Evitate i weekend, è praticamente impossibile arrivarci e le code sono infinite, rischiate di rovinarvi la giornata. Meglio andare nei giorni feriali, se potete al mattino presto. Io sono andato di lunedì pomeriggio/sera e c'era comunque tanta gente. Inoltre ogni giorno che passa c'è più gente che incuriosita vuole vivere questa esperienza.

- Auto, moto, pullman, traghetto o treno? Non lo so.. io ho ascoltato il consiglio di prendere il treno e ci ho messo comunque un'ora e mezza più un'ora di coda a Sulzano. E al ritorno di sera era impossibile prendere il treno, così siamo saliti sul traghetto per Iseo e lì abbiamo aspettato il treno per Brescia dove abbiamo viaggiato in piedi.
In auto rischiate di trovare le code per strada, magari meno nei giorni infrasettimanali. Dai numerosi parcheggi dislocati nelle zone attorno al lago ci sono le navette (anch'esse affollate) che collegano l'opera di Christo. Poi c'è chi va con i pullman prenotati o i viaggi organizzati e sicuramente non vive le odissee di chi arriva con i mezzi pubblici, ma le code per salire sulla passerella ci sono comunque negli orari più "caldi".
Il mio consiglio è di evitare di arrivare a Sulzano, piuttosto arrivate a Pisogne o Marone in auto e da lì prendete le navette o i traghetti per Montisola. O anche da Sarnico c'è il traghetto che arriva a Sensole a Montisola, dove iniziano i due rami del ponte per l'isola di San Paolo. Sulzano sta vivendo l'effetto "imbuto", dove tutti cercano di arrivare e poi con evidenti difficoltà cercano di tornare a casa. Non è che è impossibile arrivare a Sulzano, ma se l'afflusso è incontrollabile, i treni possono essere bloccati a Iseo, le navette sono stracolme e pure gli imbarcadero. Meglio informarsi per bene prima di partire.

- Leggete i social network, i giornali, cercate info per sapere com'è l'afflusso, se c'è troppa gente l'accesso alla passerella non è scontato, ci possono essere limitazioni e chiusure, anche per manutenzione come è successo oggi.
Controllate le previsioni meteo, se c'è maltempo la passerella viene chiusa. 
Con vento o pioggia sul ponte non si va. E attenzione anche al sole e al caldo, la passerella è completamente esposta. Portate acqua, ombrellini, cappelli e crema solare.
Evitate di portare i bambini, gli risparmiate tanta fatica. Ci sono alcuni accessi agevolati per i passeggini, ma credo che i bimbi piccoli non abbiano bisogno di trovarsi in tanta confusione.

- Per mangiare, meglio qualcosa al sacco, se invece avete più tempo ci sono comunque pizzerie e stand gastronomici, anche se affollati.

Se non siete convinti di andare forse è meglio che lasciate perdere. Se invece avete voglia trovate la vostra soluzione ideale, armatevi di pazienza (tanta), e cercate in ogni modo di arrivare a The Floating Piers, perchè non vi ricapiterà un'altra volta. 

Questi alcuni link utili:
Facebook - Floating Piers in tempo reale
IseoLake
Trenord
Floating Piers - Navigazione Lago d'Iseo
Floating Piers Parking
Arriva - The Floating Piers
The Floating Piers










sabato 20 febbraio 2016

"Furore" di John Steinbeck


"Furore" di John Steinbeck (titolo originale "The Grapes of Wrath" - "I grappoli dell'odio") è un classico dei romanzi delle letteratura americana del Novecento, pubblicato nel 1939. Steinbeck narra la storia di una famiglia di contadini, i Joad, che come tante altre si trova colpita dalla Grande Depressione americana. Madre, padre, il figlio Tom in fuga dalla prigione e assoluto protagonista, l'amico Casy il predicatore, la figlia Rosasharn incinta con il fidanzato Connie, il figlio Al sempre in cerca di ragazze, Noah quello strambo, i nonni, lo zio John, i bambini Ruthie e Winfield, abbandonano tutti insieme la fattoria in Oklahoma per raggiungere attraverso la Route 66 la meta tanto ambita, il sogno di una nuova vita, fatta di lavoro e speranza, laggiù in California, dove la terra è fertile, dove si può ricominciare. Con un camioncino malconcio carico di materassi e pentole, tra disavventure e peripezie, i Joad raggiungono la California, ma la terra promessa non è come nei loro sogni. Conosceranno presto la dura realtà che li aspetta, il timore e il disprezzo della gente locale, la fame che si fa sentire, i soldi che mancano e il lavoro che scarseggia. Ma la forza di questa famiglia che ha nella madre il suo vero fulcro, è lo spirito di collaborazione, il voler stare insieme, anche se non per tutti sarà possibile. La vita dei Joad è appesa a un filo sottile, dove l'unico pensiero è guadagnare qualche soldo per poter mangiare, nella continua ricerca di un lavoro, tra campi di cotone e frutteti, senza un vero tetto sotto cui dormire, in tenda o nel vagone di un treno.
"Furore" è triste, duro e spietato, come altrimenti non potrebbe essere una vita condotta in miseria, ma rispecchia i sentimenti di un popolo stremato che in quegli anni ha lasciato il Midwest per la California in una vera e propria odissea, tormentato dalle banche, dai grandi proprietari terrieri, dall'avvento dei trattori, alla ricerca di una nuova vita.
Lo stile di Steinbeck è impeccabile, come in altri suoi romanzi leggendari narra delle condizioni della povera gente, come in "Uomini e topi", "Pian della tortilla", "La perla", "Vicolo Cannery". Gente comune, contadini, pescatori, lavoratori, uomini, donne, bambini. Ci si affeziona ai personaggi, ci si immedesima nella loro situazione, si soffre con loro. Ma nella loro triste vita emergono valori meravigliosi come l'amore, l'amicizia, la dignità, il rispetto. 

E come disse Tom Joad alla madre:
"Be', magari è come diceva Casy, che uno non ha un'anima tutta sua ma solo un pezzo di un'anima grande... e così..."
"E così che, Tom?"
"E così non importa. Perchè io ci sarò sempre, nascosto e dappertutto. Sarò in tutt'i posti... dappertutto dove ti giri a guardare."


Riporto questo paragrafo in cui si racchiude l'essenza del furore di Steinbeck:

Da "Furore", cap.25

"La primavera è splendida in California. Le valli dove cresce la frutta sono mari fragranti, screziati di rosa, e di bianco. I primi viticci dell'uva, sbucati dai vecchi ceppi contorti, si spandono a cascata ricoprendo i tronchi. Le verdi colline in fiore sono tonde e morbide come seni. E sulle pianure ortive si stendono a perdita d'occhio le schiere di pallide lattughe e minuscoli cavolfiori, l'irreale grigio-verde delle piante di carciofi. 
Poi di colpo le foglie si affacciano sui rami, e i petali cadono dagli alberi da frutta e tappezzano di rosa e di bianco la terra. Il cuore dei germogli si gonfia e prende forma e colore: ciliegie e mele, pesce e pere, fichi che racchiudono il fiore nel frutto. Tutta la California freme di vita nascente, e i frutti si fanno pesanti, e gravano sui rami fino a curvarli, tanto che bisogna puntellarli finché il peso non li schianti...

Gli uomini che lavorano nei campi, i proprietari dei piccoli frutteti, guardano e calcolano. La stagione è florida. E gli uomini sono fieri, perché è con la loro competenza che sanno rendere florida la stagione...

E per prime maturano le ciliegie. Tre centesimi al chilo. Al diavolo, come facciamo a raccoglierle a questo prezzo? Ciliegie nere e ciliegie rosse, succose e dolci, e gli uccelli si mangiano la metà di ogni ciliegia e le vespe vengono a ronzare nei buchi fatti dagli uccelli. E i noccioli cadono a terra e si seccano, con i lembi di polpa ormai nera che gli marciscono intorno. 
Le prugne violette si fanno tenere e dolci... Non possiamo raccoglierle, asciugarle e ramarle... Non possiamo pagare nessun tipo di paga. Allora le prugne violette tappezzano il suolo...
E le pere si fanno gialle e tenere. Cinque dollari la tonnellata. Cinque dollari per quaranta cassette da venticinque chili. Alberi potati, terreni irrigati, e poi tutta la trafila... Non ce la facciamo. E le pere gialle e tenere cadono dagli alberi e si spiaccicano al suolo. Le vespe succhiano la polpa tenera, e c'è odore di fermentazione e marciume...
E l'uva. Non possiamo fare vino buono. La gente non può permettersi il vino buono. Allora strappa i grappoli dalle vigne, grappoli d'uva buona, d'uva cattiva, d'uva mangiata dalle api. Pressa i gambi, pressa insieme polvere e acini marci. Ma nei tini ci sono peronospora e acido formico. Carica zolfo e tannino. L'odore della fermentazione non è quello corposo del vino, è odore di decomposizione e sostanze chimiche. Al diavolo, l'alcol c'è. Si possono sbronzare.
I piccoli coltivatori vedono i loro debiti montare come una marea. Curano le piante ma non vendono il raccolto...
L'anno prossimo il piccolo frutteto farà parte di una grande azienda, perché i debiti avranno strozzato il proprietario. Il vigneto apparterrà alla banca. Solo i grossi proprietari possono sopravvivere...

La decomposizione si estende a tutta la California... Il prodotto delle radici, delle vigne e degli alberi dev'essere distrutto per tenere alto il prezzo, e questa è la cosa più triste e amara di tutte. Camionate di arance rovesciate a terra. Gente che fa chilometri di strada per prendersi la frutta buttata, ma bisogna impedirlo. Come fai a vendergli le arance a venti centesimi la dozzina se possono pigliare la macchina e andare a caricare gratis? E allora uomini muniti di pompe spruzzano kerosene sui mucchi di arance, e sono furiosi per quel delitto, furiosi come la gente venuta a prendersi la frutta buttata...

E la puzza di marcio riempie il paese. Si brucia caffè nelle caldaie delle navi. Si brucia mais per riscaldare... Si buttano patate nei fiumi e si mettono le guardie sugli argini per impedire alla gente affamata di ripescarle. Si scannano maiali e si seppelliscono...

Un delitto così abietto che trascende la comprensione, una piaga che nessun pianto potrebbe descrivere. Un fallimento che annienta ogni nostro successo...

Gli affamati arrivano con le reticelle per ripescare le patate buttate nel fiume, ma le guardie li ricacciano indietro...Allora restano immobili a guardare le patate trascinate dalla corrente, ad ascoltare gli strilli di maiali sgozzati nei fossi e ricoperti di calce viva, a guardare le montagne di arance che si sciolgono in una poltiglia putrida; e nei loro occhi cresce il furore..."


venerdì 5 febbraio 2016

Il fascino dei pianeti visibili e allineati


Chi dorme non piglia pesci e... non vede i pianeti allineati come non accadeva da circa una decina d'anni, dal 2005. Da fine gennaio a metà febbraio, prima dell'alba infatti, è possibile vedere a occhio nudo ben 5 pianeti del nostro Sistema Solare: Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Con la Luna a fare da guida a chi si vuole alzare di buon mattino per scrutare il cielo stellato.

A partire dalla fine di gennaio il nostro satellite si sta spostando da un pianeta all’altro, come se gli facesse visita, permettendo così d’individuarli facilmente. Il 28 gennaio la Luna è passata vicino a Giove, il primo febbraio a Marte, il 4 febbraio a Saturno, per poi affiancarsi a Venere il 6 e a Mercurio il 7 febbraio.

Guardando il cielo, partendo dall’alto a destra si vede Giove, il pianeta più grande del nostro Sistema Solare con un diametro che è quasi undici volte quello della Terra. Più in basso a sinistra è visibile Marte, il pianeta roccioso meta di studi e di diverse missioni spaziali. Un po’ più in basso, si può vedere Saturno, il più distante. Infine Venere, il più luminoso, visibile anche alle prime luci dell'alba e Mercurio.

La mattina, prima di recarmi al lavoro, mi soffermo qualche istante a scrutare il cielo ancora buio. Con non poca emozione guardo verso est e mi lascio affascinare dalla luminosità di Venere, mentre a ovest brilla ancora Giove. Accanto alla Luna ho visto Saturno, così lontano, ma incredibilmente vicino. E mentre cerco di vedere Marte mi vengono in mente alcune storie raccontate da Bradbury nelle Cronache Marziane, ambientate appunto sul Pianeta Rosso. Mercurio invece è là in fondo, dove sorge il Sole, difficile da vedere. Ma che meraviglia! 

I più pigroni che si stanno perdendo questo spettacolo non devono temere perchè i corpi celesti saranno nuovamente visibili tutti insieme anche nelle sere del prossimo agosto.