venerdì 11 settembre 2015

11 settembre, una data da non dimenticare

11 settembre.
Una data entrata tristemente nella storia e nella memoria di tutti coloro che, anche se indirettamente, l'hanno vissuta. Da quel giorno sono cambiate molte cose, il mondo intero è stato scosso dai terribili attentati negli Stati Uniti. 

Quando siamo stati a New York, circa tre anni dopo, Ground Zero portava ancora i segni della devastazione. Là dove svettavano le Twin Towers, le Torri Gemelle, ci siamo imbattuti in un'enorme voragine, un cantiere a cielo aperto dove cominciava la ricostruzione dell'intera area. Alcuni grattacieli limitrofi erano ancora in fase di ricostruzione. Il silenzio era surreale, interrotto solo dal rumore delle gru e dalle tristi note di un musicista di fronte ai fiori e alle fotografie delle vittime. Mi sono soffermato a lungo di fronte alle lastre che riportavano i nomi delle circa tremila persone che hanno perso la vita. Ho provato a immaginare il terrore e lo sgomento provato dai newyorkesi quel maledetto martedì mattina dell'11 settembre 2001.

C'è il sole, ogni cittadino di Manhattan si appresta ad affrontare quella che dovrebbe essere una normale giornata di lavoro o di scuola, un giorno come tanti. Intorno alle nove il primo boato, lo schianto del primo aereo contro la torre nord. Incredulità. Paura. Dopo poco il secondo terribile impatto, contro la torre sud. Schianti che portano al crollo delle torri stesse e al collasso di altri edifici limitrofi. Chi si trova sulle rive dell'Hudson River resta attonito di fronte alla skyline di una Manhattan che fuma, che brucia, come se fosse avvolta da un enorme incendio. Ma lo scenario è apocalittico, tra cenere e macerie, inimmaginabile persino per il miglior regista di film di fantascienza.

Quel giorno mi sono recato normalmente al lavoro. In Italia era pomeriggio quando c'è stato il primo impatto. Hanno cominciato a girare alcune voci, deboli, incerte.
"E' successo qualcosa negli Stati Uniti..."
"Sembra che un aereo sia finito contro una della Torri Gemelle, a New York..."
"No.. sono due aerei..."
"Allora non si tratta di un incidente..."
"Ma contro le due torri più alte che si vedono nei film ambientati a Manhattan?!"
"Sì.. dicono che sono crollate!"
"Impossibile! Tutte e due?"
"Ma chi è stato?"
"Perché?"
Incredulità, stupore, confusione.
Prima tra i colleghi, poi alla radio in macchina, poi a casa.
E in tutto il mondo.
La carrellata di notizie allucinanti che arrivano dagli Stati Uniti è spaventosa. Viene confermato un possibile attentato terroristico alle Torri Gemelle. Poi anche il Pentagono viene colpito da un altro aereo. Dicono che un altro velivolo sembra diretto sulla Casa Bianca. Ma i passeggeri tentano in qualche modo di riprendere il controllo. Tuttavia precipita in un campo in Pennsylvania. 
I giornali americani intitolano "U.S. Attacked", "Devastation", quelli italiani "Attacco all'America", e altro ancora.

L'11 settembre viene ricordato anche come il giorno dell'eroico sacrificio di più di quattrocento soccorritori tra vigili del fuoco del Fire Department e agenti del Police Department di New York.
Di fronte al cratere del Trade Center il vuoto è incolmabile. Osservo un grosso camion dei vigili del fuoco utilizzato quel giorno. Sopra svetta la bandiera a stelle e strisce. A lato una grossa croce realizzata con due travi in ferro prelevate dai detriti.

Da quel giorno il mondo è cambiato. Sono nate nuove guerre, prima in Afghanistan, poi in Iraq. Altri attentati hanno scosso l'Europa, da Madrid a Londra. 

L'11 settembre resta una data da non dimenticare.
Ogni anno mi soffermo qualche istante. Nel 2001, pochi giorni dopo l'attentato, il mondo intero si è fermato per un minuto di silenzio, in memoria delle vittime innocenti. Scuole, industrie, uffici, negozi. Successivamente sono stati eretti monumenti, dedicate strade, ogni paese del mondo ha voluto dare il proprio contributo nel suggellare il ricordo di quel giorno.

Ogni anno, l'11 settembre, ripenso a quei momenti. I più piccoli ora lo leggono sui libri di storia, ma in tanti lo possiamo raccontare. 

E mai dimenticare.

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