Entrati nello stato del Nevada, alziamo il volume della radio ascoltando Viva Las Vegas di Elvis Presley, e dopo un paio di ore di viaggio nel deserto scorgiamo all'orizzonte la skyline della più pazza città d'America, Las Vegas!
L’hotel è enorme, con più di duemila stanze, tre casinò, negozi, ristoranti, una pista per gli acrobati del circo e il più grande parco di divertimenti al coperto, l’Adventuredome, dentro a una cupola rosa. Sicuramente non è il più bell’albergo di Las Vegas essendo uno dei primi aperto negli anni Sessanta, ma l’impatto è forte. Dopo aver faticosamente trovato l’orientamento andiamo subito alla scoperta dell’Adventuredome dove ci facciamo trascinare in un paio delle sue attrazioni, il Canyon Rider e il Rim Runner, rispettivamente le montagne russe con il doppio giro della morte e la discesa lungo un torrente che precipita in una cascata. Passeggiamo tra i casinò, osserviamo lo spettacolo di un’acrobata, la musica delle slot-machine ci travolge… e non siamo ancora usciti dall’hotel!
Poco più tardi ci prepariamo e usciamo sulla Strip, le prime luci sono già accese. Lucky il clown svetta sul piazzale del Circus Circus, mentre a nord si intravedono il Sahara e la maestosa torre dello Stratosphere. Ci incamminiamo mentre dall’asfalto sale il calore di una giornata bollente.
Ci sono 46° a Las Vegas, 35° di notte. Ma se il caldo è opprimente e l’aria pare quella di un forno acceso, non ci scende nemmeno una goccia di sudore perché l’umidità è intorno all’8%, quindi è molto secco.
Sull’altro lato della strada vediamo il Riviera, un altro albergo datato ma pur sempre pieno di fascino con i suoi casinò e la facciata scintillante.
Dopo un giro intorno alla laguna veneta, dove vediamo una sposa scendere da una limousine per il classico matrimonio a Las Vegas, entriamo nel Venetian: è notte ma all’interno sembra giorno, sui soffitti è dipinto un cielo azzurro, tra i negozi scorrono le gondole nei canali. Arriviamo in una piccola Piazza San Marco. Qui a Las Vegas sono proprio esagerati. C’è un po’ di cattivo gusto nel tentativo maniacale di riprodurre le città europee, l’eccesso in tutto qui è di casa. La notte scorre veloce tra casinò e qualche Margarita. All'alba un nuovo giorno ci aspetta.
Ripassiamo davanti al Paris e al Flamingo, ci fermiamo di fronte all’Imperial Palace, in stile asiatico con auto lussuose in mostra. Nei pressi del Venetian, accaldati e sfiniti, prendiamo l’autobus per raggiungere lo Stratosphere a nord della Strip, dopo il Sahara, hotel in stile africano. La torre è alta 350 metri, lassù ci sono montagne russe e attrazioni per chi non soffre di vertigini!
La sera il traffico è intenso, allora dopo aver preso l’autobus scendiamo al Mirage e proseguiamo a piedi. Raggiungiamo il Caesars Palace dove entriamo a passeggiare tra statue e fontane romane sotto un cielo azzurro rigorosamente finto. Attoniti ci imbattiamo in un Cavallo di Troia gigantesco che pare essersi smarrito… a Roma? E che dire delle statue greche che sembrano manichini che lottano tra draghi e palle di fuoco? In grossi acquari razze e pesci tropicali nuotano tra anfore e mezzi busti di statue romane. Anche il Bellagio ci lascia perplessi: il soffitto è decorato con grossi fiori in vetro di Murano, in una sala sorge una specie di giardino con giostre e annaffiatoi giganti, tra luci, colori e giochi d’acqua. Tutto molto lussuoso e di scarsa finezza.

Dopo un giro tra i vicoli francesi all’interno del Paris, passiamo per il casinò del moderno Bally’s che è collegato a quello parigino, e usciamo attraverso un tunnel con luci al neon dai diversi colori. Salutiamo la pazza vita di questa città del divertimento eccessivo e del lusso sfrenato. Per concludere alla grande giochiamo alle slot-machine e ci perdiamo tra i tavoli da gioco dei casinò. Assordati dal frastuono, storditi dalle migliaia di luci, inebriati dal profumo della vita sfrenata di Las Vegas, ci corichiamo in piena notte.
All’alba bisogna ripartire, per una nuova avventura americana.
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