venerdì 21 marzo 2014

Un nuovo arrivo in cantina



«Eccone un altro» brontolò il vecchio decrepito. Aveva molti anni e non gradiva le nuove compagnie.
«Si sta sempre più alle strette qui» sbottò il suo amico, un elegante e nobile corvino, sdraiato su un letto logoro e legnoso.
Minuscole particelle di polvere fluttuavano nell’aria, satura di un odore antico, che sapeva di muffa. Deboli raggi di sole penetravano nell’oscurità. Uno di essi si posò sul giovane, illuminandone il volto pallido e vellutato, leggermente rosato.
Il nuovo arrivato si adagiò, debole e leggero, sul legno sgualcito. Pareva smarrito tra tutti quegli anzianotti impolverati che lo scrutavano in silenzio. Loro erano di carattere, fieri e decisi, e lui, così tranquillo, si sentì improvvisamente d’intralcio.
«Non temere» disse uno dall’aria frizzante «con il tempo ci farai l’abitudine. Fanno i sostenuti, ma sanno anche essere piacevoli e di compagnia».
Un vecchio barbuto lo osservava taciturno, mentre uno dall’aspetto asciutto sorrideva amaramente. In un angolo buio se ne stava un altro, corposo e dall’aria primitiva. Era rosso e scuro, pareva stanco e molto turbato. 
L’umidità avvolse rapidamente il giovane che si sentì raffreddare.  
Un brunetto raffinato lo osservava con aria di sfida.
«Novellino, da dove vieni?» gli chiese maliziosamente.
Nel frattempo giunsero alcuni giovani curiosi. 
Uno era nero e si diceva avesse la vista annebbiata: non distingueva un merlo da una coda di volpe. 
Un altro, molto più chiaro e profumato, ribollì alla notizia del suo arrivo. 
«Non credere di essere il migliore!» esclamò tra lo stupore di tutti.
Quello più secco, dall’aspetto verdognolo, si avvicinò con cautela. 
«Hai l’aria sfuggente, tipico dei nuovi arrivati. Vi ritenete dei brillanti, ma dovreste essere più equilibrati!» disse con enfasi.
Il giovane si spazientì. 
Non era stato portato lì per essere tenuto in disparte. 
Così parlò.
«Avete ragione. Sono magro e immaturo. Ma migliorerò. Diventerò generoso, saprò essere morbido, ma anche vigoroso se necessario».
«Ah! Ha abboccato!» esclamò improvvisamente un ricco francese «ti abbiamo scosso? Quaggiù ci annoiamo, il tempo scorre lentamente. Così quando arriva uno nuovo ci divertiamo e lo inebriamo un po’».
Il giovane sembrò meravigliato. Esaminò in silenzio i suoi nuovi compagni, ora tutti piuttosto allegri. Altri vini come lui, più o meno giovani, riposavano insieme nella frescura della dispensa umida. Avrebbe trascorso molto tempo con loro. Si lasciò accarezzare dai sogni che lo invasero dolcemente prima di essere avvolto in un lungo torpore.

Nessun commento:

Posta un commento