
Fin da bambino ho sempre vissuto con trepidazione questa festa. Con l'avvicinarsi del 13 dicembre aumentava l'agitazione, nel tintinniio dei campanellini che si sentivano suonare fuori dalla porta di casa, con le letterine da scrivere e imbucare o lasciare appese fuori dalla finestra, fantasticando sui doni e sui regali che si desideravano ricevere, fino alla tanto sospirata sera del 12 dicembre. Prima di andare a dormire si preparava con l'aiuto dei genitori un piatto con delle fette di pane e dei biscotti con un bicchiere di acqua o latte per Santa Lucia e il suo fedele asinello. Oppure si usavano anche delle arance, dei mandarini o della farina. Poi ci si recava a dormire, calava il silenzio, con il sonno che tardava ad arrivare per la troppa emozione. Ho sempre associato il detto che "la notte di Santa Lucia è la notte più lunga dell'anno" non tanto alla vicinanza con il solstizio d'inverno e alle tante ore di buio, ma al fatto che non scorreva mai, tanto era lunga l'attesa, ed era così difficile addormentarsi! Il risveglio era sempre di buon mattino, e nonostante la stanchezza, molto piacevole e per nulla faticoso. I primi passi nel buio della stanza, una prima luce accesa, il freddo dopo aver abbandonato il tepore delle coperte, mamma e papà che si alzavano assonnati dal letto, e infine la luce della sala che splendeva su quei desideri che la buona Santa Lucia aveva esaudito.
Anche questa notte Santa Lucia entrerà nelle case di molti bambini. Sempre che si siano comportati bene. La notte sarà lunga e agitata, grazie a quell'incredibile magia che Santa Lucia sa regalare, a grandi e piccini.
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